acqua, acquerelli, carta giapponese o di riso, matite, amido, tela, telai, acrilici, pastelli, pastelli ad olio, gesso, pennelli
pittura/2002 - 2015
l'ombra del mare
procedere per scarti minimi - sovrapporre color diluitissimi, quasi impercettibili, dilatarli fino allo spasimo - accorgersi di tutte le variazioni possibili - far colare un colore sull'altro, una trasparenza sull'altra - cogliere i più piccoli palpiti, le emozioni rarefatte, le minime cose fondamentali, le vibrazioni del silenzio - rendere visibili i mutamenti dell'anima, le pieghe, i sussulti - tutte le cose a bassa voce (la scommessa è che un sussurro abbia la stessa forza di un grido) - la differenza impercettibile che qualifica il tempo -
le onde - frangersi e riandare - angoscia di annaspare senza immaginare i bordi, dolcezza accecante di naufragare per volere l'acqua fino in fondo - pittura come necessità di dire (tutto questo sentire così forte -mi dicevo- deve diventare qualcosa) e quindi possibilità di salvarsi - non è una scelta dipingere (non credo tanto alle "scelte", specie quelle che hanno l'aura un poco eroica), ma bisogno profondo, intima esigenza che non ammette repliche - ho sempre pensato (sentito) che la bellezza e la ricerca di lei abbiano lo straordinario compito di consolare il mondo, se non di cambiarlo - mi guardo intorno e non so - sempre e da sempre fuori moda, fuori tempo, pure, quando mi riconosco nei grigi colorati, nelle veline trasparenti, so che non posso fare altro - sgranare tutte le possibilità di un grigio alla ricerca di un assoluto -
luce: dà alle cose possibilità molteplici e sfaccettate - acquarello: può vibrare ricomponendo materia e sogno, cosa ed essenza, esprimere il mistero del già detto, dell'indicibile, del taciuto, del non ancora detto - quadrato: forma rigorosa, perfetta, immacolata - veline: sovrapposizione, ambiguità, impossibilità di stabilire un sotto e un sopra, un prima e un dopo - orizzonte, linea / macchie, sgorature - geometria apparente: dove numero, parola, suono e colore sono lo stesso - necessità di dire l'emozione ed al tempo stesso di contenerla proprio per poterla dire, per impedirle di spappolarsi, sfilacciarsi, diventare banale -
resta la gioia profonda di mostrare i miei lavori nella mia città amata, adorata, di fronte al mare più bello del mondo -